
Francesca Vettori
Attrice e voce di Pimpa
Perché hai deciso di lavorare per i bambini?
La mia esperienza di attrice nasce proprio con spettacoli per i bambini al Teatro Stabile di Torino e quindi sono per me un pubblico privilegiato.
Che tipo di interazione si crea in uno spettacolo tra l'attore e il bambino?
Il linguaggio del teatro è lo stesso, sia che si tratti di adulti che di bambini: scene, luci, musica, parole, movimento, gesti. Ma lo stupore, la capacità di meravigliarsi tipica di un pubblico infantile è in grado di creare un’interazione maggiore, più partecipata.
Che cosa significa per te dare voce a storie per bambini?
Catturare l’attenzione di un bambino mentre gli racconti una storia, sentirsi dire che ne vuole ascoltare un’altra, vederlo a bocca aperta con le orecchie tese, regala una grande gioia e soddisfazioni.
E che tipo di lavoro hai dovuto fare, in particolare, con il fumetto?
Lavorare partendo da un fumetto richiede una maggiore capacità immaginativa perché ti approcci al disegno non ancora animato. È importante imparare a conoscere il personaggio del fumetto in tutte le sue sfumature caratteriali per riuscire a trasmetterle al meglio con la voce e con il teatro, con il corpo. Quando animo Pimpa, per esempio, non devo mai perdere di vista la sua ingenuità , il suo candore, la sua curiosità nei confronti di tutto ciò che le sta attorno.
La recitazione in teatro e la recitazione in studio: quali le differenze? Quali gli elementi comuni?
In teatro usi di più il corpo, il movimento. In studio sei solo, davanti al microfono. In entrambi i casi devi interpretare un personaggio, quindi saper recitare, dare intenzione ed emozione a quello che dici, è fondamentale.